La relazione di coppia è una realtà dinamica che si trasforma costantemente per continuare ad essere vitale. Dall’incontro di conoscenza dei partner, attraverso le prime fasi di attrazione ed innamoramento, caratterizzate da sensazioni ed emozioni passionali, la coppia può evolvere verso una condizione di maggiore stabilità in cui prevalgono sentimenti di amore meno intensi ma più forti dei precedenti.
Una coppia che decida di proseguire il proprio cammino, e che quindi ricerchi solidità e continuità, è destinata ad affrontare ciclicamente delle fasi di crisi ossia dei periodi di sofferenza dovuti al fatto che gli equilibri relazionali sono ormai superati e vanno rinnovati. Queste fasi critiche possono avere diverse origini:
- possono dipendere dal passaggio della coppia ad una nuova fase del ciclo vitale della famiglia (matrimonio, gravidanza, nascita, adolescenza e autonomizzazione dei figli) o dell’individuo (cambiamenti nello stile di vita, nella professione, pensionamento, passaggio alla terza età, ecc.)
- possono dipendere da eventi di vita altamente stressanti o traumatici come malattia, perdite, lutti, incidenti, ecc., cui uno o entrambi i partner vanno incontro.
Gli strumenti con cui la coppia può autocurarsi sono quelli della comunicazione (ascolto e dialogo profondo), della gestione dei conflitti (adattamento reciproco, revisione delle aspettative e ricerca di mediazione) e soprattutto della capacità di fidarsi l’uno dell’altro continuando a desiderare complicità e sessualità.
Quando tuttavia la coppia o, più facilmente uno dei partner, si accorge che la situazione di crisi perdura, che l’orizzonte progettuale si restringe, che la naturale capacità di rinnovarsi è venuta meno, che la comunicazione non è più efficace o che la sessualità non è più fonte di benessere, allora è opportuna una consultazione con uno psicoterapeuta. La consultazione comporta 4 colloqui in cui la coppia, con il supporto del terapeuta, ha la possibilità di ritrovare le proprie radici e la propria storia, di riscoprire le proprie risorse e motivazioni per affrontare le problematicità che sono in campo. La rilettura congiunta del senso della crisi e delle potenzialità che ne possono scaturire può essere da sola sufficiente a rimettere in moto la coppia bloccata. Se invece le difficoltà sono più complesse e la distanza affettiva e comunicativa fra i partner più profonda, può essere necessaria una psicoterapia di coppia ossia un percorso di attivazione di cambiamenti che vengono stimolati attraverso regolari colloqui quindicinali.
Non tutte le crisi di coppia sono evolutive (ossia migliorative) o risolvibili: ci sono situazioni in cui la consulenza psicologica aiuta la coppia a capire che i sentimenti e la fiducia si sono esauriti e che i partner hanno bisogno di separarsi per non continuare a ferirsi o addirittura danneggiarsi a vicenda. In questi casi, soprattutto se la coppia ha figli, la psicoterapia può costituire un aiuto prezioso per separarsi in modo responsabile limitando il coinvolgimento e le ricadute sui figli.
Possiamo indicare alcuni criteri orientativi sui quali i genitori possono riflettere per capire se i propri sforzi siano o meno efficaci.
Un primo criterio riguarda la capacità della famiglia di usare gli strumenti di comunicazione affettiva: l’ascolto reciproco, il dialogo, la confidenza. Per poter partecipare alle vicissitudini di crescita del figlio, è necessaria una certa vicinanza psicologica: troppa distanza crea estraneità e troppa vicinanza priva il bambino e l’adolescente della possibilità di sbagliare, di provare a sfidarsi, di fare delle scelte personali, di caratterizzarsi per diversità dal genitore, ecc.
Un secondo criterio concerne la sintonia educativa fra i genitori: se alcune differenze sono positive per caratterizzare meglio il punto di vista materno/femminile e quello del paterno/maschile, un eccesso di divergenza crea confusione nel figlio ed incoerenza negli interventi educativi.
Un terzo criterio riguarda lo stato di benessere psicologico generale del bambino/adolescente: se, al di là di eventuali difficoltà contingenti o contestuali, i genitori osservano vitalità e progressione nelle diverse traiettorie evolutive del figlio e si sentono ingaggiati nelle sfide genitoriali conservando curiosità e tenerezza, significa generalmente che le risorse della famiglia bilanciano e sopravanzano difficoltà di crescita normali. Se invece i genitori osservano blocchi evolutivi (anche parziali), il manifestarsi di una sintomatologia di disagio psicologico (fobie, comportamenti ossessivi, disturbi dell’alimentazione, disagio scolastico, ritiro sociale, comportamenti etero o autolesivi, per citare solo i più comuni) o sentono essi stessi di avere insufficiente consapevolezza ed efficacia rispetto alle difficoltà in campo è opportuno chiedere il parere di uno psicologo esperto dell’età evolutiva.
L’obiettivo della consultazione con i genitori è quello di valutare le loro preoccupazioni eventualmente anche attraverso incontri con il bambino/adolescente. La consultazione è già di per sé un breve percorso di potenziamento della consapevolezza e delle capacità di reazione alle difficoltà: può essere quindi sufficiente per una ripresa autonoma dell’azione di sostegno e guida dei genitori che si sentiranno più fiduciosi nelle proprie capacità e motivazioni. Quando invece la conoscenza del bambino/adolescente rivelasse difficoltà più complesse, lo psicologo individuerà gli strumenti più efficaci per intervenire precocemente sulla sofferenza psicologica così da favorire la ripresa della linea di sviluppo più naturale possibile.