FAQ - http://www.normaghisotti.it

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Che cosa si intende per disagio psicologico e per disturbo psichico?

Rispondiamo con le parole del Prof. G. Jervis, psichiatra e psicoanalista:
“Il disagio psichico è un territorio ampio e dai confini fluttuanti e spesso chi lo attraversa rimane senza orientamento. Pensiamo, ad esempio, a come reagiamo di fronte a una costante inquietudine oppure ad un’agitazione incontrollata che ci assale di tanto in tanto in situazioni diverse e in modo apparentemente immotivato. Difficilmente ci rivolgiamo ad uno specialista, come nel caso di un mal di denti. Innanzitutto perché siamo molto meno disposti a riconoscere il nostro malessere, ma anche perché non sappiamo come valutarlo. Basti pensare all'uso di alcuni termini clinici nel linguaggio comune. Ad esempio si parla di nevrosi o isteria per indicare una tensione acuta, di ansia o di depressione per descrivere momenti di forte preoccupazione o di grande stanchezza. Il più delle volte non si tratta di patologie. Ma quando i nostri conflitti sfociano in patologie? […] Quando il conflitto mina la nostra integrità psichica? Dov'è il limite tra il disagio che un individuo può affrontare con i propri mezzi e quello che richiede un aiuto esterno? […]

I disturbi psichici sono di vario tipo. […] Una persona […] a un certo punto si trova in una situazione in cui non affronta più bene la realtà, non elabora più bene quello che gli succede, non sa reagire bene. C'è uno scompenso delle sue capacità di elaborazione dei pensieri, dei ricordi, delle esperienze quotidiane. Questo scompenso in genere non ha un'unica causa, è dovuto al convergere di varie cause. Cause remote: e allora ci possono essere anche delle predisposizioni di tipo genetico; oppure altre cause remote possono riguardare esperienze infantili. Oggi si tende a dare un po' meno importanza alle esperienze infantili. Oppure possono essere anche cause recenti. Di solito c'è un insieme di concause, che convergono in un certo giorno in cui uno si sveglia e ha una crisi di ansia, oppure ha un inizio di episodio di depressione.

Noi abbiamo un disturbo - cioè chiunque di noi ha un disturbo che in qualche modo merita di essere curato o di essere affrontato - quando questo disturbo incide negativamente sull'attività normale della vita quotidiana, sulla nostra possibilità di prendere l'autobus, di studiare, di innamorarci, di essere indipendenti, eccetera. Normalmente si ritiene che un disturbo cessa quando abbiamo riacquisito una certa indipendenza […] Allora, da questo punto di vista, c'è da dire che in certi casi può essere utile un aiuto tecnico, che può essere di vario tipo, a seconda del tipo di disturbo. In certi casi può essere utile uno psicofarmaco, in altri dei colloqui; in certi casi un trattamento psicoterapico vero e proprio, in altri invece un trattamento psicoterapico di gruppo; e via di questo passo.”
 Intervista pubblicata su Il Grillo (7/2/2001), disponibile a questo link  

 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu